Proteste, richieste, ribellioni di vario genere ed entità… Sono lo sfondo tipico su cui si muovono le vite dei nostri figli quando entrano nella fase della pre-adolescenza, intorno ai 13 anni. Le richieste? Libertà, più libertà, come se fossero già adulti. «Si tratta di una fase difficile da gestire, dove lo scontro diventa a volte quotidiano» sottolinea la psicoterapeuta Raffaella Bruni.
Ribellione fisiologica
D’altra parte bisogna sempre tenere presente che l’adolescenza «è il momento in cui i ragazzi cercano nuovi punti di riferimento al di fuori della famiglia. Con fatica, in un corpo e in un’anima che cambiano, cercano di costruire una nuova identità, che li proietterà poi nel loro essere adulti: insomma il quadro è fisiologico, sarebbe preoccupante se la ribellione non ci fosse», tranquillizza la psicologa. I genitori devono attrezzarsi. «Trovando gli strumenti per fare in modo che gli scontri si trasformino piuttosto in “incontri”, attraverso una mediazione saggia e affettuosa».
Regole e fiducia
Qualche esempio? «La libertà va concessa gradualmente», suggerisce Bruni. «Si comincia con brevi spazi (la mezz’oretta per andare a prendere un gelato con amici e amiche) che aumentano se la “consegna”, ossia l’orario di rientro, è stato rispettato». A quel punto si può instaurare un clima di fiducia tra noi e loro: questo li gratificherà e responsabilizzerà, smussando i conflitti. Ovviamente però ci sono anche dei no che vanno pronunciati in modo chiaro e inappellabile. No a un vestito che ci sembra fuori luogo, no alle uscite serali in discoteca perché a 13 anni è troppo presto. «Il segreto, però, è di creare sempre delle alternative a questi “no”» puntualizza l’esperta. «Alternative che hanno la funzione di far capire che noi ci “occupiamo” e non soltanto “preoccupiamo” di loro». Esempi? Lasciarli andare a un concerto pop, a vedere l’ultimo film che fa impazzire i teen ager, oppure organizzare una piccola festa in casa. «In questo modo si sentiranno meno “abbandonati”: i genitori sono in grado di porre dei limiti, ma nello stesso tempo comprendono la loro frustrazione».