Rito reggiano

Il Parmigiano Reggiano è molto più di un formaggio: è un pezzo di cultura italiana che porta con sé tradizione, gusto e il piacere dello stare insieme. Degustarlo a casa può diventare un piccolo rito, un’occasione per scoprire sfumature nuove e vivere un’esperienza sensoriale ricca e divertente, senza bisogno di essere esperti assaggiatori.

Scegliere le stagionature
Il primo passo per una degustazione completa è scegliere diverse stagionature. Il Parmigiano Reggiano, infatti, cambia profondamente nel tempo:

12–18 mesi: sapore più dolce e lattico, con sentori di yogurt e burro. Perfetto per i bambini o per chi preferisce gusti delicati.

24 mesi: il punto d’equilibrio, con aromi più complessi che richiamano frutta secca e brodo di carne.

30–36 mesi: struttura più asciutta e granulosa, gusto marcato e persistente, ideale per chi ama i sapori più intensi.

Oltre 40 mesi: esplode in note speziate, quasi piccanti, con una ricchezza aromatica che merita un assaggio lento e attento.

Temperatura e taglio
Un accorgimento fondamentale: il Parmigiano Reggiano va degustato a temperatura ambiente. Tirarlo fuori dal frigorifero almeno un’ora prima permette agli aromi di aprirsi e alla pasta di raggiungere la consistenza ideale. Servirlo troppo freddo significa percepire solo una parte del suo vero profilo aromatico.

Il formaggio va rotto, non tagliato. Tradizionalmente si usa il coltello a mandorla, che permette di ottenere scaglie irregolari. Questa tecnica aiuta a rispettare la naturale struttura granulare.

L’analisi sensoriale passo per passo - Degustare significa usare tutti i sensi.
1 Vista:
osservare il colore, che va dal paglierino chiaro al dorato. Le scaglie devono risultare asciutte e ben strutturate.
2 Tatto: spezzare il formaggio tra le dita fa percepire la granulosità e la friabilità, indicatori di buona stagionatura.
3 Olfatto: avvicinare il naso per cogliere note di latte, burro, frutta secca, brodo, spezie. Sono più intense nelle stagionature lunghe.
4 Gusto: lasciare sciogliere il formaggio in bocca, senza masticare subito. Il sapore evolve in pochi secondi, passando dal dolce al sapido fino a una chiusura più aromatica.

Abbinamenti semplici e perfetti
Non servono ricette elaborate: per una degustazione conviviale bastano piccoli abbinamenti ben pensati.

Frutta fresca: pere e mele croccanti per i 24 mesi; fichi e uva per stagionature più lunghe

Pane: meglio quello semplice, a lievitazione naturale, per non coprire il gusto del formaggio.

Frutta secca: noci, mandorle, nocciole, perfette per potenziare le note aromatiche.

Confetture: fichi, ciliegie, o mostarda dolce per contrastare la sapidità naturale.

I vini per il Parmigiano Reggiano

Stagionature giovani (12–18 mesi)
Preferire bianchi freschi e vivaci, come Pignoletto frizzante o Prosecco: la loro acidità bilancia la dolcezza del formaggio.

24 mesi È il più versatile: ottimo con Chardonnay leggero o rossi morbidi come Lambrusco secco o Bonarda.

30–36 mesi e oltre Servono vini più strutturati: Chianti, Lagrein o, per stagionature molto lunghe, passiti come Recioto o Vin Santo.

Un trucco casalingo:
servire il vino leggermente più fresco del solito, soprattutto nel caso dei rossi, aiuta a equilibrare la sapidità spiccata del formaggio e a rendere più piacevole la degustazione.